Evans Pritchard è vivo e vegeto


Ricordate l’esimio Evans Pritchard de “L’attimo fuggente”, quello aborrito dal prof. Keating sano allevatore di giovani anime, quello che insegnava a comprendere la poesia calcolandone la “grandezza” sul piano cartesiano? È sempre vivo e lotta contro di noi incalcolabili, oggi armato di software superintelligente, come testimonia questo recente e imbarazzante articolo di Wired.

La spettroscopia dei sentimenti permessa dall’analisi Nrc ci permette di capire meglio come sono composti i testi di Dylan

perché è chiaro che da soli non ce la possiamo fare. Cosa ne vien fuori? Questi “spettrogrammi sentimentali” e la loro grande rivelazione.

La sorpresa è evidente: per quanto le storie d’amore di Dylan siano generalmente tristi, la gioia è un sentimento molto presente nelle sue canzoni.

Confrontate voi i risultati degli algoritmi con i testi di Blowin’ in the wind e Boots of Spanish leather, fatevi due risate e rendetevi conto di quanto #noisiamoincalcolabili. Questo è il versante più grottesco e nefasto della modernità, e purtroppo non è sempre per gioco come qui.

 


Una risposta a “Evans Pritchard è vivo e vegeto”

  1. Come chiocciole ed aeroplani
    lasciamo opalescenti scie
    su intonaci e cirrosi elevati cieli
    protendiamo antenne fuori da gusci fragili
    sia che siamo rapidi
    o che procediamo lenti
    divoriamo voraci quanto di verde cresce
    a volte siamo solo gasteropodi
    serbatoi mai colmabili
    stomaci insaziabili
    su piedi gommosi rotolanti
    invidiosi che quelli siano ermafroditi
    a volte invece davvero dei velivoli
    portanti oltreconfini pensieri sovrumani
    di là dai limiti suggeriti dagli astronomi
    ci servirebbe compassione simile
    alla pioviggine che ticchetta umida
    per stanarci dai nostri involucri
    e insieme su gambi tronchi e steli
    quieti e saziati radunarci.

    Un saluto, Marco Sclarandis

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