Il paradosso di Warren Buffett, che dichiarò di pagare meno tasse della sua segretaria, ha una realtà storica. Scrollando questa pagina ipnotica si vede come nel grafico dinamico la tassazione degli ultraricchi vola giù dal 70% degli anni ’50, di taglio in taglio, fino al livello attuale più basso di quello dei più poveri.
Dove dovevamo trovare l’età del Benessere abbiamo trovato un’età della Disuguaglianza che ci avvicina pericolosamente alle condizioni pre-Rivoluzione francese, con l’aggravante del disastro ecologico.
Questa è nient’altro che l’opera indefessa di restaurazione del potere puro in barba alla civiltà. Una vittoria di lungo periodo dei free riders, dei prepotenti che succhiano il sangue agli altri qualunque sia il sistema politico e ideologico in cui si trovano. Ma in un modo o nell’altro il grafico sta toccando un suo limite insuperabile e l’elastico dovrà rimbalzare.
E quando si stracciano le vesti al primo accenno di patrimoniale, come se un immenso superfluo avesse lo stesso peso del minimo indispensabile per sopravvivere, che nel 1950 le aliquote fiscali negli Stati Uniti arrivavano al 91% (novantuno!!!) per lo scaglione sopra i 200K, pari a circa 2 milioni di oggi.
Queste sono tasse, questa è equità. Altro che flat tax.