Da Noi siamo incalcolabili, pag. 276
Come il marchese De Sade, nella bella interpretazione di Simone de Beauvoir, doveva surrogare la fusione amorosa con ingegnose geometrie rituali di violenza fisica in quanto incapace di avvertire dentro di sé il mutuo respiro delle anime, i soggetti umani a bassa empatia, i maschi alfa che guidano i gruppi di potere nelle società occidentali avanzate, hanno modellato il mondo a loro immagine e somiglianza asservendo la matematica e la tecnica all’espansione della loro azione belluina. Il fatto che le donne siano state sempre escluse da questo potere ne testimonia il rigetto sistematico della relazione e l’emancipazione della crudeltà. Diversi esperimenti hanno osservato infatti che la reazione di fronte alla sofferenza di una persona sottoposta a scariche elettriche è, nella media, significativamente diversa tra maschi e femmine. Nel cervello dei maschi si attivava molto l’insula quando la vittima era un amico, e lo spettacolo della sua sofferenza dava disgusto e dolore; ma se la vittima si era dimostrata un nemico l’attività dell’insula – e quindi il sentimento di partecipazione – poteva essere attenuata da un piacere vendicativo visibile nell’attivazione del circuito di ricompensa e punizione. Nelle femmine invece l’insula si attivava sempre, sia che la vittima si fosse dimostrata prima loro amica, sia che si fosse dimostrata nemica. Le donne sembrano possedere insomma una capacità empatica più salda, incompatibile con uno sviluppo storico centrato sulla sopraffazione.
2 risposte a “Empatia, donne e potere”
Per prima cosa l’empatia non è un sentimento proprio solo dell’essere umano: anche gli animali sono in grado di provare empatia. Secondo: il mio modo di pensare all’empatia tiene conto soprattutto delle qualità positive. Se penso all’empatia, penso ad esempio a una persona in difficoltà e al farsi carico di almeno un pezzetto di quello che sente; oppure penso al partecipare con gioia alla gioia altrui. Ma, a pensarci bene, mi accorgo che non basta solo l’empatia per descrivere che cosa ci rende umani.
Sono d’accordo su tutti e due i punti.