Incalcolabile Trump


Il fallimento totale delle previsioni sulle elezioni USA è una conferma straordinaria di #Noisiamoincalcolabili: non solo i sondaggisti e le statistiche sono pantomime prive di fondamento, flessibili oracoli al servizio della demagogia, ma concentrarsi sui numeri allontana dalla realtà e rende ciechi. La vittoria di Trump è uno di quei fenomeni che possono essere previsti da chi conosce intimamente il popolo degli elettori, ma non calcolati in base a numeri che da quelli si cerca di tirar fuori.
Scrive Matteo Bartocci in questo articolo sul Manifesto di oggi:
«In Italia non siamo certo novellini quanto a sondaggi ko e notti elettorali. Tuttavia quanto accaduto martedì notte in America non ha precedenti. Il “giornalismo 2.0” ha celebrato il suo funerale. Il racconto della realtà affidato a big data, guru della statistica, grafici in tempo reale, dissezioni minuziose dell’elettorato, valutazioni sabermetriche su ogni minima “issue” politica, è esploso come un pallone troppo gonfiato. Tutti i media – giornali, siti Internet e network televisivi – hanno sbagliato previsioni e narrativa. Inseguendo una società reale tanto analizzata quanto sconosciuta. Nessuno ha previsto quello che è successo. O meglio, qualcuno lo temeva: il figlio del Michigan Michael Moore, i nostri Celada e Portelli, pochi altri. Per descrivere (e accettare interiormente) la possibilità della vittoria di Trump non servivano algoritmi ma cultura, conoscenza della storia e della società americana. Ingegno, non ingegneria editoriale.»

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