Era un po’ che non vedevo la pubblicità di Left (“L’unica rivista di sinistra”) fuori da un’edicola: evidentemente Salvini in azione è un’occasione troppo ghiotta per la politica dell’avversione & derisione. Politica agonistica oggi più in voga che mai, forse perché la lunga assenza di guerre fa desiderare dei surrogati. È una politica vuota e laida: laida perché attizza le minime braci e fomenta i conflitti, vuota perché fischiare rumorosamente l’Altro risparmia la fatica di proporre idee proprie originali e sensate.
Dopo Berlinguer ho visto coi miei occhi la cosiddetta sinistra scivolare inesorabilmente su questa china: mentre i suoi fini si facevano sempre meno distinguibili da quelli dei cosiddetti avversari, l’impegno principale diventava cesellare il più brillante sarcasmo su di loro e sulla loro miseria storica e soprattutto intellettuale. Politica ridotta a satira. Ma sappiamo che la tendenza è tutt’altro che un’esclusiva italiana: in tutto il mondo la deriva è stata analoga. Sconsideratezza o ignoranza che sia, il risultato è che la mancata protezione dei deboli ora si è mutata nella riscossa dei deboli ed è tornata universalmente nelle mani dei demagoghi violenti. Menzogne a palate, come sempre.
Ho preso Left solo una volta di recente, il numero di fine aprile che discuteva dell’attualità della differenza tra destra e sinistra. Ero curioso. Ho trovato una ribollita di vecchia filosofia ormai svuotata di senso e di speranza. Riluceva in questa nebbia una frase dalla prefazione di Matteo Renzi (!) alla edizione 2014 di “Destra e sinistra” di Norberto Bobbio: la distinzione più aderente alla realtà, dichiara Renzi, è conservazione/innovazione, non più destra/sinistra. Non voglio ripetermi sull’inconsistenza della parola “innovazione”, che di per sé non vuol dire nulla (vedi ad es. qui, qui e qui). Voglio invece riportare, a confronto, la distinzione che fa Bobbio stesso in quel libro: a conti fatti, dice Bobbio, le persone di destra sono quelle che dànno più peso agli aspetti in cui gli uomini sono diversi l’uno dall’altro, mentre le persone di sinistra dànno più peso agli aspetti in cui gli uomini sono più simili fra loro. Questa definizione è storicamente vera, ed è insuperabile perché non è ideologica ma psicologica, perfettamente compatibile con tutto ciò che le scienze del cervello hanno scoperto sulle origini dei nostri comportamenti dopo che Bobbio l’ha scritta.
Data questa distinzione, la politica dell’avversione & derisione è una politica di destra, chiusa e divisiva, vuota e laida, chiunque la faccia, compresa la cosiddetta sinistra. E la cosiddetta sinistra è diventata sempre più di destra negli ultimi decenni non solo nei fini, ma anche nei mezzi. Minniti, dietro le quinte, non ha trattato con maggiore gentilezza i migranti; Salvini è solo più esplicito e sfacciato, un po’ come Trump lo è rispetto a Hillary Clinton. Dalle politiche davvero di sinistra per i migranti, à la Bobbio, quelle basate su ciò che ci rende simili a queste persone, continuiamo ad essere lontanissimi.